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Il marketing predittivo: tutte le sue caratteristiche

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Gli indizi che lasciamo in giro sul web sono dati preziosi, impronte digitali.

Mai come in questo decennio, i dati ed i numeri sono importanti.
Per i dati si fanno guerre, lotte politiche, si aprono inchieste e si rivelano personaggi pubblici.
Il marketing predittivo si colloca all’interno di un contesto dove numeri e dati sono fondamentali e sono la madre dalla quale viene estrapolato. Si parla, ovviamente, in questo caso di dati già esistenti, che permette però di far capire all’azienda e al brand in questione i comportamenti degli individui che si ripetono.
Ogni persona, anche non rendendosi conto, navigando sul web lascia tracce, bricioline di pane che sono collegate ad un individuo e ad una storia personale, delle vere e proprie impronte digitali di una persona. Questi indizi possono essere analizzati in maniera significativa per poter creare delle vere e proprie strategie di marketing utili a raggiungere tutti i goal che ci si è prospettati di ottenere.
Questa tipologia di analisi, certamente, prevede l’uso di tool di elevata tecnologia  e prestanza, per poter ottenere un controllo affidabile di una mole di dati di elevatissima quantità. Associare questo tipo di marketing, al social listen, per la rivista Ecommerce Growth, è la strategia vincente.
Scopriamo insieme come procedere.

Come procedere

Innanzitutto, le aziende,  per capire al meglio i comportamenti di consumo dei propri clienti devono utilizzare un tool adatto di Customer Relationship Management (CRM). Abbinare analytics e CRM, permette di poter far ottenere alle aziende un’analisi precisa del cliente singolo oltre che consente di creare dei veri e propri cluster corretti, in base a dati comportamentali o geografici.
Una volta ottenuto questo primo passo, vediamo come procedere:

  • l’azienda deve avere un sistema di marketing automation: per poter dare all’utente una customer journey esperienziale e valida. Questo consente di andare oltre le caratteristiche demografiche e comportamentali ed avere una maggiore precisione per ogni singolo cliente. Questo consente una personalizzazione speciale per ogni individuo. La personalizzazione, inoltre, non è più un bene per pochi ma si può fare anche nella grande distribuzione organizzata;
  • B2B e B2C: a tal proposito, infatti, le aziende B2B hanno delle sfide a livello di awareness ed engagement di un utente molto simili fra di loro. 

Bisogna essere presenti per i clienti, che cercano sempre di più un’esperienza simile a quella dell’antica bottega, ma in un mondo virtuale. I buyer, anche di questo settore, prima di acquistare, si informano su prodotti e servizi online.
Le imprese devono conoscere i propri clienti e devono essere consapevoli anche dei limiti della personalizzazione. Bisogna, infatti, creare un equilibrio vero e proprio tra le richieste degli utenti di un’esperienza unica e personale e il non farli sentire a disagio quando comprendono che alcuni dei loro dati sono stati utilizzati per scopri promozionali. 

Bisogna affinare la conoscenza del proprio target per non ledere nessuno spazio personale.

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