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Guerrilla marketing: cos’è e 3 esempi famosi

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Cos’è il guerrilla marketing

Come si può facilmente intuire il termine guerrilla proviene dal gergo militare. Nel marketing indica una strategia non convenzionale con un budget ridotto.
Il termine è stato coniato negli anni ‘80 da Jay Conrad Levinson nel suo omonimo libro. Questo perché all’epoca la pubblicità avveniva attraverso la radio, la stampa e soprattutto la televisione. Fare pubblicità su questi canali aveva un costo eccessivamente elevato, impensabile per le piccole aziende o realtà locali.
Come fare allora con un budget ridotto? Puntare tutto sulla realizzazione di campagne scioccanti, memorabili, in grado di creare buzz e generare passaparola.
Dalle teorie di Levinson nacquero altri libri, studi e persino una scuola di pensiero a riguardo, ma il guerrilla marketing, di fatto, è una strategia che non si presta a idee o tecniche pre-impostate.La filosofia che anima il guerrilla è “tutto si può trasformare in un canale di vendita”, questo perchè tutti i brand e le aziende, potenzialmente, possono emergere agli occhi dei clienti con approcci incisivi e stupefacenti.
Queste azioni possono comportare alcune conseguenze: in questa tipologia di marketing, si possono mettere in atto strategie che ottengono uno strabiliante successo o, al contrario, un disastroso fallimento.
Il tutto è veicolato da due fattori: la creatività e l’esecuzione della campagna.
Ora individuato di cosa stiamo parlando, vediamo nel dettaglio tecniche e consigli per fare guerrilla marketing. 

 

Come fare guerrilla marketing

Le campagne pubblicitarie realizzate con il guerrilla marketing sfruttano idee innovative e fuori dagli schemi che suscitano stupore e shock.
Ecco alcuni consigli pratici per mettere in atto il guerrilla marketing.

  • Restare sempre coerenti: guerrilla vuol dire essere originali sì, ma non devi mai dimenticare che stai promuovendo e pubblicizzando il tuo marchio. Quindi fare campagne anticonvenzionali, che fanno scalpore, è ottimo, ma bisogna restare fedeli all’identità e ai valori del proprio brand.
  • Fai guerrilla senza infastidire: fare una strategia di marketing fuori dagli schemi non è sempre facile, bisogna trovare il giusto equilibrio per non danneggiare la tua brand identity.
  • Attento alla legge: sia che tu faccia campagna online o offline (o entrambe) prima di applicare la tua strategia di guerrilla devi informarti sulle normative sia degli ambienti online che di quelli offline. 
  • Occhio al budget: le campagne di guerrilla marketing sono nate e pensate per un budget a basso costo, non ha senso parlare e applicare una strategia di guerrilla se investiamo eccessivamente nella nostra campagna!

 

3 esempi di guerrilla marketing

Ora che abbiamo individuato di cosa tratta il guerrilla marketing e come applicarlo concretamente, vediamo 3 esempi di campagne pubblicitarie di brand che lo hanno utilizzato.

Nike: un invito geniale a fare sport

Parliamo di Nike, uno dei marchi più famosi al mondo per l’abbigliamento sportivo che ha scelto di adottare il guerrilla marketing. L’obiettivo è rimarcare la sua mission aziendale: incentivare a praticare sport per uno stile di vita sano. Nike ha scelto una campagna che partisse dagli ambienti offline e venisse condivisa dagli stessi consumatori nel web: per le strade di alcune importanti città ha installato delle panchine, brandizzate con il proprio logo sprovviste di seduta, per invogliare i passanti a fare footing.
In un’altra iniziativa ha sbarrato l’accesso alle scale mobili in alcune città con un nastro d’emergenza brandizzato.
O ancora, per mandare un messaggio ambientale ai propri consumatori di non gettare i rifiuti per strada, ha installato dei cestini con tanto di tabellone cestistico firmato Nike, con l’invito a “fare canestro qui”. 

The Blair Witch Project: Il primo caso di guerrilla marketing

Si tratta del lancio di un film horror del 1999, per alcuni studiosi in materia viene considerato il primo caso di guerrilla marketing, soprattutto in campo di film e serie tv.
È stato un vero successo in ambito di guerrilla marketing: il film aveva un budget bassissimo ma ha incassato quasi 250 milioni di dollari.
Le ragioni di questo successo sono dovute proprio alla strategia di marketing posta in essere.
Si tratta di un mockumentary, un  falso documentario, filmato da tre studenti (gli attori protagonisti) che hanno intenzione di ricostruire la storia della strega Blair.
I protagonisti durante le riprese, scompaiono misteriosamente (la scomparsa è una finzione!). La campagna pubblicitaria e promozionale del film crea mistero attorno alla storia narrata. Un anno prima dell’uscita effettiva del film, i produttori hanno creato un sito web dedicato, e servendosi della sottile linea tra la finzione e la realtà, hanno inserito su questo le finte biografie dei protagonisti, le interviste con i genitori, persino la mappa del bosco.
All’interno del sito web, si trovavano dei finti rapporti di polizia e manifesti, che riportavano le foto degli attori scomparsi e della conseguente ricompensa in caso di ritrovamento, tutto per creare un vero e proprio caso mediatico.

Stranger Things…a Milano!

Parliamo ora di Netflix, una delle piattaforme di streaming di film e serie tv più amate degli ultimi anni. La sua comunicazione si è sempre saputa distinguere per creatività e originalità (coerente con l’identità del marchio), anche nel caso del lancio della nuova stagione di Stranger Things. La serie è stata una delle prime targate Netflix e in pochi anni è spopolata nel mondo.
Per il lancio dell’ultima stagione, Netflix ha trasformato la città di Milano con installazioni tipiche del “Sottosopra” (una delle ambientazioni principali del film, su cui ruota tutta la vicenda).
Alla fine dell’evento c’è stata la possibilità di vedere gratuitamente la prima puntata, su un maxischermo installato in Piazza Duomo. Una trovata brillante che ha unito ragazzi e famiglie all’insegna del divertimento.
Fare guerrilla marketing può essere un ottimo strumento per farti conoscere mantenendo un budget limitato, ma ricordati sempre che se utilizzato senza conoscere il tuo pubblico e il mercato a cui ti rivolgi, può portare più danni che benefici.
Se non conosci ancora come analizzare il tuo mercato potresti trovare interessante leggere questo articolo dove ti spieghiamo tutti i passaggi utili per un’efficace analisi di mercato

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