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Avatar di Celebrities e l’AI: il futuro su Meta

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Sempre più celebrities vendono la propria immagine a Meta per intrattenere il pubblico dei social di Zuckerberg

Come gli Avatar delle celebrities stanno ridefinendo il marketing su Meta

Anche la nota e famosa serie sul futuro distopico delle nuove tecnologie “Black Mirror”, si è ispirata, per una delle puntate dell’ultima stagione, all’ultima invenzione che porta la firma di Zuckerberg, CEO e fondatore di Meta: cloni digitali che hanno le sembianze di alcuni celebri personaggi famosi.
Per farlo si serve dell’intelligenza artificiale, volendosi inserire nel mercato come uno dei competitor, insieme a colossi come OpenAI con Chat GPT, Google con Bard e, infine, Microsoft. Ma, se i precedenti sono chatbot, l’invenzione di Mark sembra avere un potenziale enorme in quanto ha deciso di rendere i bot avatar digitali di alcune celebrities americane. Precisamente sono già 28 gli assistenti AI che hanno le fattezze delle star, tra le quali figura “Billie”, l’avatar di Kendall Jenner o “Dungeon Master”, con il volto di Snoop Dogg, c’è persino il clone AI dell’ereditiera Paris Hilton, alias “Amber”. L’intelligenza artificiale è, ormai, alla portata di molti utenti e, se usata e compresa consapevolmente, se ne possono trarre numerosi benefici.
È chiaro che, in questo specifico caso, rappresenta una brillante e ingegnosa trovata di marketing in quanto utilizzare il volto delle celebrities, note al grande pubblico, attira anche utenti non iscritti ai social di Meta.
L’obiettivo è, principalmente, quello di intrattenere; difatti ogni AI generato ha un determinato compito: l’avatar di Snoop Dogg, ad esempio, e dal nome lo si può intuire facilmente (Dungeon Master), è il guru e la guida dei giochi o ancora Paris Hilton alias Amber, è una detective amante della tecnologia.
Questi avatar hanno il proprio profilo Instagram e Facebook anche se in Italia non è ancora disponibile la possibilità di chattare con loro, a differenza dell’America.
Milioni di utenti possono chattare contemporaneamente e farsi consigliare da questi personaggi virtuali dalle fattezze dei loro idoli.
Per il CEO di Meta, ovviamente, questa iniziativa non è stata gratis anzi, è costata tra 1 e 5 milioni di dollari per ogni celebrities che ha “venduto” la propria immagine alla piattaforma di Facebook e Instagram.
In compenso, le star hanno dovuto prestare i loro volti per circa 6 ore di lavoro in studio, in modo da perfezionare la somiglianza dell’assistente AI.
I cloni digitali, sebbene possano comportare un investimento importante, rappresentano il futuro del marketing in quanto hanno la possibilità di poter interagire con i propri fan, connettersi con loro “emotivamente”. Immaginiamo poi, questa realtà, in ambito aziendale e, perché no, sulle piattaforme di e-commerce

I pro e i contro degli avatar di celebrities

Addentriamoci più nello specifico e vediamo cosa significa, nel marketing, utilizzare i volti dei nostri idoli ricreati dall’intelligenza artificiale. I vantaggi, senza dubbio, sono molteplici tra cui:

  • Aumento della credibilità e dell’attrattiva dei prodotti e servizi che un brand può offrire, in quanto le celebrità sono volti noti e familiari agli utenti.
  • Una comunicazione del tutto innovativa, perché gli avatar di Meta possono occuparsi di servizi come il customer care, oppure creare contenuti informativi e di intrattenimento.
  • Prodotti e servizi accessibili ad un pubblico più ampio, quindi arrivare a segmenti di pubblico che solitamente sono di difficile accesso nel marketing tradizionale.
  • Contenuti più immediati: le tempistiche per la realizzazione di campagne pubblicitarie vengono abbattute dalla continua disponibilità dell’avatar digitale, possiamo modificare di volta in volta il contenuto della nostra comunicazione semplicemente seduti alla scrivania, davanti ad un computer.

Se volessimo, invece, individuare degli svantaggi, potrebbero essere:

  • Privacy: come citato precedentemente e, come vedremo più nel dettaglio, nel prossimo paragrafo, una volta ceduto il proprio volto e creato l’avatar digitale, si possono ideare facilmente contenuti impropri senza la necessità di richiedere un consenso.
  • Costi elevati: sebbene le tempistiche siano molto più brevi, abbiamo visto, nel paragrafo precedente, quanto sia elevato il costo del volto di una celebrities, senz’altro un investimento non esiguo.

Gli Avatar delle celebrities al centro del dibattito: quali sono i confini legali?

Abbiamo parlato fino ad ora delle potenzialità o meglio delle possibilità nel prossimo ed immediato futuro, offerte dalle chatbot e dai cloni digitali.
Ma la tematica dell’intelligenza artificiale è molto più ampia e complessa di quanto si possa pensare, soprattutto considerati i rischi per la privacy che potrebbero comportare serie problematiche legali.
Infatti già in ambito marketing sono stati spesso utilizzati i cosiddetti “deep fake” ovvero immagini, video, suoni, prodotti dall’AI che partendo da contenuti reali, riproducono la voce, ad esempio, di una persona reale a volte senza l’autorizzazione dell’interessata, come è già successo all’attore Tom Hanks che ha denunciato apertamente i rischi derivanti dall’utilizzo dell’intelligenza artificiale.
A livello giuridico manca ancora una regolamentazione chiara e definita che possa stabilire criteri ma soprattutto limiti riguardo l’utilizzo di questo potente strumento in grado di cambiare il prossimo ed immediato futuro, si spera, positivamente.

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