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Silvia Signoretti: specialista del fitto mondo del web marketing

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Consulente di marketing strategico affronta l’importante problema del divario digitale.

Silvia Signoretti consulente di marketing strategico specializzata nelle strategie per franchising, reti di negozi, multishop e multistore, conoscitrice del fitto mondo del web marketing e appassionata di dinamiche di comunicazione, a seguito di uno dei suoi illuminanti speech sull’importanza della tecnologia e sulla trasformazione di questa, risponde con entusiasmo alle nostre domande ponendo l’attenzione su quante volte diciamo a chi non è  “nato nel digitale” come i nostri genitori o i nostri nonni è facile dando per scontato che loro possano fare con semplicità quello che facciamo noi.

Siamo noi a creare il divario digitale?
È un punto di attenzione su cui sto riflettendo anche io ultimamente!
Il problema della comunicazione, che esula dal marketing, è che spesso partiamo dalla nostra convinzione e dalle nostre mappe certi che il nostro limite sia che non veniamo capiti.
In realtà è che dobbiamo arricchire prima la mappa dell’altro.
Questo ci aiuta a capire e trasformare il è facile che pronunciamo spesso.
In questo caso bisognerebbe prendere per mano e accompagnare. Succede a chiunque di noi si ritrova di fronte ad un nuovo strumento, ad una nuova tecnologia. Approcciare il nuovo è limitante per tutti.
Richiede uno sforzo energetico cognitivo e di confronto costante con i nostri limiti. Di conseguenza quando diciamo
è facile, diamo per scontato che per l’altro lo sia, non ci rendiamo conto che quel è facile crea altri limiti che generano un blocco psicologico che impedisce di guardare oltre.
Se pensiamo alle istituzioni e al loro compito nei confronti del cittadino, questo pensiero è ancora più impattante. 

In che modo possiamo limitare questo distacco?
La sfida è sicuramente digerire passo passo le novità, smetterla di lavorare da tecnici e inserire nel mondo della tecnologia psicologi e sociologi che ci aiutano a capire qual è il limite. Ci scontriamo quotidianamente con un mondo che parte troppo dagli strumenti e poco dalle persone. È necessario riscrivere la storia delle personas, capire quanto conoscono e quanto sanno. Dobbiamo osservarli e interrogarli. Dobbiamo impegnarci a metterli al corrente dei rischi.
Noi siamo molto più bravi a discernere l’online dall’offline.

Per loro quello che è online è vero.

Come reagiscono le aziende in questo caso?
Il è facile delle aziende porta a togliere il rapporto con il cliente.
Quando l’azienda entra nella multicanalità e non si chiede che rapporto vuole ricreare in quell’ambiente, perde l’approccio al cliente solido. In vista della tecnologia, della digitalizzazione che porta sicuramente al successo a lungo termine, si dovrebbe tener conto anche di chi lascia indietro. Le aziende oggi hanno una nuova sfida, insieme a quelle ambientali e sociali: creare un ambiente omnichannel e digitale inclusivo, in cui abbattere le barriere per creare nuove opportunità,  tra ux, ui e consolidamento dei valori e della messa al centro del consumatore e delle sue esigenze. 

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